Fabio – C’è sempre speranza

Dove va a finire il bianco quando si scioglie la neve?
Che succede a un palloncino ad elio
se apri la mano e molli la presa?

La libertà ha sempre contraddistinto i miei giorni, il mio carattere, la mia vita.
Libero di scegliere, libero di esprimere le mie idee, libero di viaggiare,
libero di vivere una storia d’amore folle, invidiabile, senza limiti, senza regole.

Libero di aprire le mani e di lasciare un cuore volare lontano,
come un aquilone nelle mani di un bambino, ammirando il suo volo, la sua incredibile bellezza

Quando un bambino lascia volare in alto un palloncino,
non saprà mai se e quando lo rivedrà

Lo segue con lo sguardo
e mano mano che si allontana il senso di profonda ammirazione,
cresce quella paura, quel magone, quel “potevo stringere il pugno per non lasciarlo andare”

Ho portato sottopelle il murales di Bansky.
C’è tutto dentro.
Irriverenza, tenacia, testardaggine, follia, verità, ironia, malinconia..

Manca solo un palloncino Volato chissà dove.
Via.

D’altronde nella vita e per la vita

“C’è sempre speranza”

Fabio – C’è sempre speranza

Filomena – Un mondo di .. Desideri

“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri.
Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. […]
Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran.
Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran.”

 

…risate, chiacchiere, clacson… in quell’autobus sembrava tutto così assordante e rumoroso.
Mi guardavo intorno impaziente di giungere a destinazione.
Poi ad un tratto un suono mise tutto a tacere.
In un attimo una melodia invase tutto lo spazio intorno a me.
In quello stesso istante qualsiasi cosa intorno sparì.
Non riuscivo a sentire null’altro se non una musica così potente da parlare alla mia anima.
Un susseguirsi di note che trovarono una strada dentro me senza mai più uscire.
Quello fu il momento preciso in cui iniziò la mia folle corsa per trovare la fonte di un’indimenticabile voce, di una speciale melodia…
Quante ricerche, quante domande, quante sorprese…e poi finalmente un giorno mi trovai lì: circondata da migliaia di persone, di fronte a lui…
con la sua voce ipnotica che mi trasportava in un mondo di emozioni che nessun altro mi aveva mai mostrato.
Le ore, i giorni, i mesi, gli anni sono passati, ma la sua voce continua ad avere quel potere speciale su di me.
E Lui col suo essere umile e gentile continua ad accompagnarmi in un mondo unico.
Imprimere tutto questo sulla mia pelle non era facile… come si imprime un suono sottopelle?
Ho deciso quindi di fermare le sue iniziali, simbolo delle chiavi di un mondo segreto, di sogni, emozioni,  di … DESIDERI.

 

 

 

 

*(su Storie Sottopelle verranno pubblicate foto e notizie su Salvatore Desideri per tutta la settimana!seguiteci)

 

Filomena –  Un mondo di .. Desideri

Giulia – Fai di un attimo l’eternità

C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce [L.C.]

    Nel silenzio di una stanza ho ascoltato il mio cuore ed ho scoperto che il suo suono era unico
…tic tac…tic tac…tic tac…
così banale e così inconsueto.
E’ buio, un cielo scuro copre la timida luna che si nasconde ai miei occhi.
L’aria è pesante, un odore acre pervade la camera, mi avvolge l’oscurità.
Le lancette si fermano. Ore 1.51. Il mio cuore cessa di battere. Un assordante silenzio.
Per un attimo o forse per sempre.

Quelle lancette non ripartiranno mai.
Ma forse basta respirare, solo respirare un po’.

Riprendo fiato e il mio cuore riprende a battere
…tic tac…tic tac..tic tac…
E’ solo tempo.
Niente di più.
Il tempo è un infinito susseguirsi di attimi: non si ferma ma sussurra, non si blocca ma aggiusta, non mi parla ma ascolta.
Nessun attimo ritornerà mai…indietro non si torna…
fai di un attimo l’eternità perché anche un orologio fermo
segna l’ora giusta.
Due volte al giorno.

*SM

Giulia – Fai di un attimo l’eternità

Tatuaggi e criminalità: La Russia

I tatuaggi nel mondo del crimine da sempre vengono utilizzati come simbolo di potere e di appartenenza criminale.
Il romanzo “Educazione Siberiana” dello scrittore russo Nicolai Lilin, da cui è stato tratto il film omonimo di Gabriele Salvatores, ha portato all’attenzione del grande pubblico le storie e i miti della criminalità russa celati nei segni sulla pelle.
Un complesso linguaggio, prima comprensibile solo agli affiliati delle gang e delle associazioni criminali e che ora emerge in tutto il suo sinistro fascino.
Ecco il significato di alcuni di questi tatuaggi:

ALCOOL, DROGA E DONNE
Sono simboli che portano alla distruzione.

ALI
Sono simbolo di chi gestisce un traffico, spesso vengono accompagnate da una chiave.

CROCE ORTODOSSA E ARMI
Sono simbolo di appartenenza alla comunità criminale.

CROCEFISSO
Indica un principe dei ladri, un esponente dell’aristocrazia criminale, soprattutto se tatuato sul petto.

FARFALLA
Spesso tatuate con una siringa significano abuso di droga.

FIGURE RELIGIOSE
La Madonna che culla Gesù è simbolo di chi ha iniziato l’attività di criminale in giovane età.

FIGURE RELIGIOSE CON ARMI
Dalla Madonna con il kalashnikov a Gesù che impugna due pistole, questi tatuaggi hanno come valore la protezione.

LENIN E STALIN
Vengono tatuati sul cuore e sugli organi vitali, essi avrebbero dovuto proteggere il criminale in carcere: poiché si pensava che una guardia non avrebbe mai sparato sui volti dei padri della patria.

MANETTE
Ogni manetta indica cinque anni di prigione, spesso tatuate sui polsi.

RAGNO E RAGNATELA
Indica dipendenza da droga

SERPENTE
Serpente con una donna indica omosessuale passivo. Se disegnato con una mela è simbolo di tentazione. Da solo significa che il criminale ha avuto a che fare con il comunismo.

SOLE
Alba o tramonto accompagnati da un uccello in volo significano libertà.

TESCHI
I teschi indicano gli assassini o coloro che hanno un carattere violento. I rapinatori esperti lo portano con una fessura di serratura, altri con un coltello fra i denti, questo indica criminali che si sono ribellati con violenza alla polizia.

TORO
E’ simbolo di coloro che sfruttano la prostituzione e dei protettori.

 

a cura di Gerardo Albano

Tatuaggi e criminalità: La Russia

Oyoshe: Aiz’t, stand up!

Stand Up. Alzati. Alzati, cazzo!
 Se stai seduto non farai mai niente.
Se non muovi il culo, resti seduto e vedi la vita che ti attraversa senza accorgersi di te.
Mi sono alzato anche quando la vita mi ha tagliato le gambe.
Per questo giro con lo skate. La gravità e le rotelle mi portano avanti.
Giorno dopo giorno. Rima dopo rima.
Quello che ho capito da quando con un walkman sgangherato e una consolle da videogame cominciai a incastrare parole, è che solo la fatica mi gratifica.
Quando mi esprimo con le armi del microfono, sul beat, metto insieme i pezzi della mia vita.
Ogni volta che premo il tasto REC, mi alzo. I stand up.
Mi alzo e sorrido. Mi faccio una risata.
Non vale la pena intossicare l’ anima per gli altri,  si perdono solo dei frammenti della propria vita.
Frammenti che non torneranno più.
Per questo semino parole per costruire, non per distruggere.
Costruisco ponti, guardo avanti e punto la mia meta,  combattendo come un guerriero giapponese.
Anche quando mi sento strano e stranamente sconsolatovoglio andare lontano e a volte mi perdo tra ‘na vutat’ e ‘na girat’.
Quando salgo sul palco, sulle tavole di un centro sociale o su quelle dei contest internazionali, spicco il volo come un uccello in gabbia.
Ogni volta che osservo la gente che applaude e ascolta le mie parole in rima, le vedo intrecciate come un prezioso punto a croce.
Scendo dal palco e una scarica elettrica mi percorre lungo la schiena e si ferma proprio sopra l’osso sacro.
Mi sento un guerriero. Un fottutissimo guerriero.
Poso il microfono come una sciabola giapponese e mi rilasso.
La battle è finita.
Domani sarò pronto di nuovo a rialzarmi più forte di prima.
La vocina mi urla: stand up. Sus’t.  Aiz’t.  


 

Oyoshe: Aiz’t, stand up!

GUIDA COMPLETA AI TATUAGGI

L’arte di decorare il corpo è un processo creativo e richiede capacità tecniche ed espressione artistica.

Questo libro è una guida essenziale per gli artisti del “body art”.

Aiuterà a conoscere i principi e le tecniche usate per tatuaggi di successo.

Inoltre, introdurrà a una vasta gamma di personaggi e motivi con cui riprodurre simboli dell’iconografia tradizionale e moderni.

 

Guida Completa ai Tatuaggi
di Vince Hemingson

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Tatuaggi e fragilità

Aveva tatuato un drago sul polpaccio e colori forti e brillanti su tutto il corpo. I suoi tatuaggi come la sua musica regalavano ai fan una facciata da duro, una corazza da dio invincibile del rock.
Ma la realtà è che spesso l’arte, la musica, la letteratura e, lo stiamo scoprendo, anche la scelta di un tatuaggio raccontano invece storie diverse, storie di una fragilità senza rimedio leggibile solo a chi sa guardare tra le righe senza pregiudizio.
Qualcuno ha definito studi come il nostro di storie sottopelle una sorta di
“antropologia dell’autostima e dell’identità.”
Noi ci crediamo fortemente e a volte c’illudiamo che il messaggio di saper leggere un tatuaggio come una porta verso il dentro di un’anima possa arrivare alle tante persone che invece pensano che sia pura estetica, moda e basta, superficialità o peggio lo specchio di una durezza del cuore.
I tatuaggi sono espressioni culturali di individualismo, possono essere voci sussurrate o canti o persino grida disperate.
Ma ascoltare con gli occhi non è per tutti.
Ci girano nella testa le fiamme rosso e blu sui polsi di Chester Bennington mentre tende le mani verso il pubblico, il tatuaggio a forma di fede mentre stringe forte il microfono, la scritta sulla schiena, l’indelebile nome Linking Park – simbolo di successi senza fine che evidentemente non sono bastati ad alleviare un peso, un dolore grande, cresciuto dentro fino a dire basta, persino alla vita. [A. P.]

Tatuaggi e fragilità

LA STORIA DI LUCA (O’ ZULU’-99 POSSE) – Tesoro di Mamma

“Sono quello. Sono questo. Suono quello. Suono questo. Ho tatuato sulla pancia TDM – Terrone Di Merda e dietro la schiena cane sciolto. La pancia non è più quella di un tempo. Le montagne dell’Irpinia mi hanno rigenerato. Ho perso chili. Ho abbandonato la zavorra che non mi faceva spiccare il volo.

Ora sono un figurino, ma il tatuaggio è lì sempre. È  rimasto uguale.   In fin dei conti, resto sempre un terrone di merda. Hic sunt terrones. Lo dicevo in passato e lo dico ancora. Ora però quello che faccio ha una consapevolezza tutta nuova. Ho un figlio che cresce e rappresenta il mio giacimento di felicità. È venuto il momento di cantare anche degli attimi di gioia e trasmettere di padre in figlio quello che ho imparato e quello che ancora devo imparare. Resto pur sempre un figlio anche io, nonostante ho abbondantemente superato la soglia dei quarant’anni, mammà pensa che TDM sta per Tesoro Di Mamma. In fin dei conti ha ragione, siamo tutti tesori di mammà. Tesori di questa terra. Tesori di mamma terra.  Il marchio TDM, terrone di merda lo porto con orgoglio. Per me è come avere il sangue blu.           Sono consapevole e ho ben chiaro cosa significa non essere terrone: chi sfrutta il lavoro degli altri, chi semina il germe parassitario nei confronti dei suoi simili, chi non rifiuta i ritmi, i tempi e le regole imposti da qualcosa che è esterno a me, questo non è essere terrone.
Un uomo o una donna terrone oggi è un uomo o una donna che ha a cuore la terra e va a  ritmo. Al suo ritmo, non al nostro. Il mondo si evolve e con esso le parole. Anche la parola terrone fa parte di questo vortice evoluzionista. Un’idea dai confini policromi, variegati.  I terroni di oggi sono quelli che difendono la propria terra dai treni ad alta velocità, o quelli che si  incatenano a difesa degli ulivi pugliesi contro i poteri forti dei gasdotti.
E spesso, molto spesso,  i terroni sono quelli fuori contesto. Per questo, mi sento vicino ai soggetti borderline, a quelli seduti sempre sulla sedia del torto, quelli che si trovano sempre al posto sbagliato al momento sbagliato.
Fin da giovane vicino alle persone sbagliate con le loro storie sbagliate. Ed è da giovane che la miccia della mia vocazione rivoluzionaria si è accesa.  Si è accesa prima la musica e poi la passione politica. Ero un bimbo di otto- nove anni. A casa ritrovai una compilation doppia, di colore rosso. C’erano in copertina i Beatles affacciati ad un balcone. Fui rapito dalla loro canzone Nowhere man. Un testo in controtendenza rispetto ai canonici Beatles del tempo. La storia del nowhere man, l’uomo inesistente. Chi è un vero uomo inesistente? Quello che non prende mai posizione. Il vero male di questi tempi immersi in fascismi culturali. Resta lì, seduto sulla  sua terra inesistente, a fare i suoi progetti inesistenti per nessuno. Non ha un suo punto di vista. Non sa dove sta andando.
Quanti uomini inesistenti incrociamo ogni giorno? A me, a te, a noi … non ci resta che il tempo.  Le parole. Il suono. “

 

 

 

LA STORIA DI LUCA (O’ ZULU’-99 POSSE) – Tesoro di Mamma