Claudia – It’s my LIFE

Ci sono molti modi per uccidere: si uccide di lama o trapassando le carni con un colpo ben assestato. Si può cancellare l’identità di una persona versando acido sul suo viso fino a scioglierne, letteralmente, i lineamenti. Si può, poi, distruggere moralmente qualcuno privandolo della sua matrice più unica e profonda: la sua stessa individualità. L’assassinio morale non è fatto di violenza fisica ma di parole, troppe o troppo poche.
Ci sono silenzi che uccidono più delle assenze. Ogni morte, sia essa fisica o morale, è uguale all’altra, pur nelle sue molteplici varianti, quando se ne osserva l’effetto di atomizzazione dell’altro. Ci interfacciamo con qualcuno, un qualcuno che è perfetto nella sua essenza. Noi tutti nasciamo perfetti e non ci associamo ad altri per completare un corpo o una mente che già bastano a sé. Nasciamo e veniamo educati con il pregiudizio dell’incompletezza, dell’essere entità monche a caccia di una simmetria integrante. Troviamo o, meglio, ci illudiamo di incontrare l’arto mancante, la voce che dia un suono a tutto quello che risuona nel cuore e nella testa. Poi cresciamo e comprendiamo che non abbiamo bisogno di alcuna integrazione. L’arto che credevamo fantasma, finalmente, troviamo il coraggio di guardarlo e vediamo che non solo esiste ma che si estende come un’ala pronta ad assumere su di sé tutto l’attrito della vita. Chi vive con noi non riempie vuoti e non colma incapacità ma, finalmente, lo vediamo per quello che è: un compagno di viaggio. Un compagno che ci tiene per una mano, in quella dimensione aggiuntiva che è la coppia, riconoscendoci la libertà di vivere gli stimoli esterni e interni che rendono le due individualità di una relazione non due esseri in simbiosi ma due entità immerse in un magma sempre fluido di una vitalità che si riscopre di continuo. Quando vieni atomizzata, divisa in parti piccolissime fino a quella nebulizzazione che ti disperde in vari ruoli, di amica, madre, moglie, che non rappresentato il tuo Io, ma solo una parte e anche infinitesimale del tutto, inizi a chiederti chi sia quel tutto. Da questa ricerca che non è più quella di un’esternalità che ti colmi, ma la riscoperta di te stessa, parte la tua rinascita. Un lavoro che è contestualmente il più arduo e il più bello tra quelli che dovrai fronteggiare. Quello che ti farà dire “It’s my life”: tutto questo è la mia vita, quella vita di cui io sono l’unica padrona e di cui, sola, posso decidere gli approdi e determinare le risacche. I compagni di viaggio, siano essi i nostri partners o i nostri figli o, semplicemente, i nostri amici, saranno lì a guardare come, laboriosamente, scaviamo la nostra via su sentieri diversi da quelli che altri hanno battuto per noi. Saranno lì a ricordarci che a volte non comprenderanno le nostre scelte e a volte scuoteranno la testa di fronte all’implodere della stabilità ma, soprattutto, saranno lì, pronti a ridere delle nostre gioie e a sostenerci nelle nostre corse a fari spenti. La libertà è il patrimonio intrinseco più importante che qualcuno possa riconoscerci. Il mio tatuaggio, che porta una croce in ricordo di una cara amica morta per mano di un uomo, è il canto di amore più potente che mio figlio mi abbia donato. Sta lì, sul mio braccio, a indicarmi le conseguenze scellerate della violenza ma anche a dirmi che il mio faro sono io. Che il mio essere madre non mi condanna alla prigionia di un ruolo ma che è la tappa di un percorso di riconoscimento: mio figlio ha visto chi è Claudia.

Claudia – It’s my LIFE

Deborah e Federico – La vita e gli scacchi

‌Perché due persone si incontrano?
La vita muove le pedine in un gioco ad incastro che unisce le anime e le inonda di amore.
Questa è la nostra storia, delle nostre anime che si sono scelte,
che si completano come pezzi di un puzzle, anzi di una scacchiera e che curano a vicenda la propria interiorità.
È la storia del nostro amore diverso, intenso fra un Re, il mio Federico, e una Regina, Deborah,
protagonisti di un amore reale, fatto di sacrifici, paure, compromessi e tanto coraggio per superare principalmente noi stessi.
Un andare oltre i muri, un andare oltre gli ostacoli contando sulla forza dell’amore.
Un amore che dissolve i limiti autoimposti, supera i confini di ciascuno di noi e si fonde con l’Altro, generando la Vita.
I nostri tatuaggi letti insieme, rappresentano i due pezzi del Re e della Regina
che generano il proprio piccolo principe.
I contorni delle linee sono sfumati a ricordare che Riccardo è il frutto della dissolvenza di due anime,
il fulcro di una famiglia intesa quale vero nucleo di amore. Riccardo,
un trade union fra i nostri caratteri che si cercano, si rincorrono senza mai separarsi,
aperti alla vita e ad accogliere ciò che essa ha in serbo per noi….
come il quarto pezzo della scacchiera, la dolce dama Amaranta
Deborah e Federico – La vita e gli scacchi

Corinna – un ponte verso l’eternità

Questa che vi racconto è una storia che ho visto e dai colori sgargianti. E’ la storia di due ragazze, due sorelle e parla di guarigione e libertà. Come spesso accade le due sorelle sono nate nella stessa famiglia, ma sono molto diverse tra loro. Corinna con una vita lineare ed una persona inquadrata, un percorso di studi ben pianificato. Una ragazza razionale fidanzata da sempre con quello che diventerà suo marito. Poi, Sabrina più emotiva, vive alla giornata ed in maniera istintiva. Quando qualche volta passando di là, le vedevo discutere, senza litigare, parlando del Mondo. Parlavano di come i loro occhi guardavano le stesse cose, ma vedessero cose diverse. Corinna, la più grande delle due, non capiva come si potesse vivere senza un minimo di regole e organizzazione, senza stabilità, senza avere tutto sotto controllo ed era preoccupata. Sabrina si dispiaceva per Corinna, così inquadrata non si sarebbe forse persa il bello della Vita?
Io da lontano le immaginavo come parallele asimmetriche dove il destino, come un abile ginnasta, faceva i suoi bellissimi esercizi, in cui però la piroetta più difficile doveva ancora arrivare.
Quando Sabrina si ammalò di una rara malattia, io c’ero e le ho osservate da lontano, ed ho tifato per loro. Corinna decise che ci sarebbe stata e prese un congedo dal lavoro. Questa battaglia l’avrebbero affrontata insieme. Alle terapie andavano tenendosi per mano, e si davano forza a vicenda. Passarono ogni giorno insieme. Ed una cosa posso affermare con certezza, Sabrina era una delle più forti guerriere che abbia mai visto. Come affrontò la sua battaglia, vi giuro, non l’ho mai visto da nessuna parte, con una tenacia e con una dignità che solo un’anima pura può avere.
Il dolore unisce. Già dopo la morte della loro mamma Corinna e Sabrina erano molto vicine, diverse ma sempre più unite, nella condivisione di un difficile percorso della malattia, avvicinarsi ancora di più non era possibile e fu forse per questo che irreparabilmente si mischiarono l’un l’altra, unendosi per sempre.
Il giorno in cui Sabrina volò in cielo lo posso ricordare, in quel breve istante mi è sembrato di volare insieme a lei per un momento. Il dolore che provò Corinna non si può descrivere. Lo so, lo so, adesso state pensando che sono una farabutta. In fondo vi avevo promesso una storia di guarigione. Ma voi non eravate lì, non potete capire. Avete ragione, questa storia non parla di guarigione, parla di Eternità. Oggi Sabrina più che mai, vive dentro Corinna, le loro anime si sono fuse in un tutt’uno e quando sentirete parlare Corinna vi renderete conto che ci sono, tra le sue, anche le parole di Sabrina. Anche se Corinna è tornata al suo lavoro si è portata il più grande dono che Sabrina potesse lasciarle: la libertà. La libertà di poter vivere alla giornata, di essere sentimentalmente libera… la libertà di essere in ogni istante se stessi, di assaporare la vita di ogni suo attimo. Ora vi starete chiedendo chi sia io, che parte ho avuto in questa storia. Mi piace pensare di essere stata importante, anche se forse non è così. Sono una farfalla, una banalissima farfalla come ne vedete tante e che con le sue antenne ha sentito profumo di amore. Svolazzando in maniera discreta ha avuto l’onore di essere testimone di questa bella storia. Ma oggi sono molto di più, sono un simbolo e mi piace pensare quel tatuaggio che Corinna si è fatta in fondo mi ritragga. Per lei sono un ponte verso l’eternità, di un unione immortale tra la terra e il cielo, tra il finito e l’infinito e questo mi onora e mi rende orgogliosa. E sapete? Capita a volte ancora oggi, parlando con Corinna di potermi vedere svolazzare, danzando intorno a lei e ai più attenti alle piccole grandi cose della vita può succedere di vedere con i propri occhi l’impercettibile ma reale magia di un ponte tra il cielo e la terra.

 

Corinna – un ponte verso l’eternità

Luana – Pantera Nera

“Non voglio più che i miei occhi densi di bistro siano la maschera con cui allontano la vita come se
questa fosse un triste teatrino delle marionette e io una grottesca replicante”.
È questo che pensavo mentre il tatuatore disegnava sulla mia schiena una pantera nera: quell’animale era quello che mi
sarebbe piaciuto essere.
Io, adolescente così timida, sentivo sempre di arrancare con la mia andatura
sbilenca al passo delle mie coetanee così fiere e disinvolte.
Mi sarebbe piaciuto essere quella pantera
che sentivo muoversi dentro di me ma che non riusciva a guadagnarsi una presenza volumetrica nello
spazio e nel tempo.
E, così, quella ragazzina timida la camuffavo sotto il trucco, la oscuravo quasi a volerle negare la sua unicità.
Non le riconoscevo il rossore del viso, il tumulto del suo mondo interiore che moriva sulle labbra, i suoi lunghi silenzi imbronciati.
Le negavo la bellezza della sua diversità. Un giorno quella giovane donna mi ha chiesto di essere vista e, mentre lavavo via lo strato di nero che
copriva i suoi occhi, l’ho guardata e le ho chiesto scusa per averla allontanata da me.
Intanto il mio tatuaggio sfumava, lentamente, verso il grigio e pensai che, se esiste un’anima con i suoi mutamenti, allora questa è impressa sulla mia carne.
Oggi mi guardo e penso che mi piace quel disegno dai colori in dissolvenza: mi ricorda che quella ragazzina frastornata è ancora dentro di me.
Lei mi sorride per la donna che sono diventata e io le sussurro, con tenerezza, che le voglio bene.
Ci prendiamo per mano e camminiamo, a fianco, verso tutto quello che faremo insieme.

Testo: Stefania Villani 
Foto: Anna Pianura & Gerardo Albano

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Luana – Pantera Nera

Federica – Mani Unite

  La solitudine è ascoltare il vento
e non poterlo raccontare a nessuno
[Jim Morrison]

 

Ce lo ripetiamo da sempre: la vita è un viaggio!
Ogni giorno compiamo un passo avanti percorrendo la strada dei nostri sogni…delle nostre ambizioni…dei nostri desideri…

Il mio viaggio ha intrapreso un percorso tortuoso… mi ha portato lontano da TE…lontano da LEI… lontano da LORO… lontano anche da ME…

Ho sempre visto me stessa come parte di un “NOI”…infinito e bellissimo…

La notte inesorabile mi ricorda che ora sono IO…
forte e fragile nel percorrere la mia strada… la distanza riempie tutti i miei rapporti…
e quando la notte cala io vorrei chiudere gli occhi e tornare in quel “NOI” che ora sembra così distante…

Ho sempre ripetuto a me stessa che esistevano solo due posti: qui e dove sei TU. Non è vero. Non è mai stato così. Nonostante la distanza, siamo stati sempre nello stesso posto.

Le due mani unite che ho deciso di imprimere sulla mia pelle mi ricordano proprio questo: siamo NOI ovunque…nessuna distanza esiste tra NOI…

La strada dei miei sogni è lunga…ma mai così distante…chiudo gli occhi e siamo insieme.

 

Federica – Mani Unite

Vanessa – L’acchiappasogni

 […] I sogni sono risposte a domande che non abbiamo ancora formulato […]

C’è un filo invisibile che lega tutti noi… chi c’è stato, chi c’è e chi ci sarà…
io l’ho sempre saputo, ci ho sempre creduto e l’ho sempre vissuto…
certe sensazioni te le trovi sulla pelle da quando posi la prima volta i tuoi occhi sul mondo,
da quando per la prima volta tua madre ti stringe tra le sue braccia…

Questo filo invisibile è intrecciato nelle vite di tutti noi,
attraversa tutti gli istanti di vita che viviamo e diventa tutt’uno con la nostra anima…
io l’ho sempre vissuto ma se ti fermi un attimo a pensare l’hai vissuto anche tu…
nei sorrisi degli estranei, negli occhi delle persone che incroci, da una scritta sul muro…

E’ nei nostri sogni che tutto questo assume una forma concreta, tangibile, che possiamo assaporare con tutti i nostri sensi,
che possiamo sfiorare con le nostre mani e i nostri corpi…
e questo io lo so bene… i sogni sono la quarta dimensione della mia vita.

Nei miei sogni diventa concreto l’irreale…
diventa futuro il mio passato…
un presente inaspettato colorato da emozioni e paure mai vissute…

non ancora…

Non potevo che scegliere l’acchiappasogni per la mia pelle
è formato da un anello esterno che rappresenta il ciclo della vita e l’universo ed una rete intrecciata al suo interno.

Con l’acchiappasogni sulla mia pelle posso proteggere sempre e comunque quello che è il mio essere, il mio destino…

un messaggio portafortuna eterno ed assoluto.

E’ sulla mia schiena perché anche se non posso controllarlo, condiziona la mia esistenza e il mio domani.

[…] Lasciate che la ragnatela intrappoli i vostri migliori ricordi […]

 

*S.M.

 

Vanessa – L’acchiappasogni

Enzo – Il sole arrabbiato

Mi sentivo come il sole
Quattordici anni e la voglia di sollevare il mondo,
di illuminare la vita.
Invincibile, irriverente, pieno di energia e buonumore.
A quell’età la luce che cerchi elude un’ombra importante, quella del padre.
La rigidità, gli schemi, le regole fisse sono tutti ostacoli da saltare per raggiungere l’indipendenza.
È una lotta che dura non da una vita ma da generazioni.

Cambiano i tempi ma questi ruoli restano e forgiano i nostri caratteri, stabiliscono i nostri destini.

Tutti quelli che frequentavo erano illuminati dal mio carattere, dal mio carisma, dalla voglia di vivere la vita al meglio senza sprecarne un solo istante.

Quella notte fu una questione di principio tornare tardi,
era la vittoria della mia indipendenza sforare gli orari, rompere le prescrizioni.
Me lo ricordo come fosse ieri.
Il suo sguardo un po’ deluso e tanto arrabbiato.
Anche i suoi occhi erano come luce solare, incandescente, nonostante tutto difficile da sostenere.

Solo ora, da grande, da padre, comprendo a pieno quel dovere di essere così, parte di una lotta senza vincitori né vinti,
una lotta obbligatoria non per le regole non per la libertà
ma per la formazione di un carattere e di una personalità.

Avevo quattordici anni e mi tatuai addosso un SOLE,
un sole arrabbiato, un sole col broncio.

In quel simbolo c’era mio padre,  la sua rabbia il suo risentimento.

Oggi il mio sole imbronciato è simbolo di vita, di saggezza, di sacrificio.

Uno sprone ad essere un uomo e un padre migliore.

ENZO

Enzo – Il sole arrabbiato

Fabio – C’è sempre speranza

Dove va a finire il bianco quando si scioglie la neve?
Che succede a un palloncino ad elio
se apri la mano e molli la presa?

La libertà ha sempre contraddistinto i miei giorni, il mio carattere, la mia vita.
Libero di scegliere, libero di esprimere le mie idee, libero di viaggiare,
libero di vivere una storia d’amore folle, invidiabile, senza limiti, senza regole.

Libero di aprire le mani e di lasciare un cuore volare lontano,
come un aquilone nelle mani di un bambino, ammirando il suo volo, la sua incredibile bellezza

Quando un bambino lascia volare in alto un palloncino,
non saprà mai se e quando lo rivedrà

Lo segue con lo sguardo
e mano mano che si allontana il senso di profonda ammirazione,
cresce quella paura, quel magone, quel “potevo stringere il pugno per non lasciarlo andare”

Ho portato sottopelle il murales di Bansky.
C’è tutto dentro.
Irriverenza, tenacia, testardaggine, follia, verità, ironia, malinconia..

Manca solo un palloncino Volato chissà dove.
Via.

D’altronde nella vita e per la vita

“C’è sempre speranza”

Fabio – C’è sempre speranza

Luigi e Francesca – Semplicemente AMORE

AMORE

Per le persone è tanto difficile dare una definizione di AMORE.

Tutto sembra diventato così complesso, incomprensibile, complicato da vivere, condividere, spiegare.

Per noi no.

Per noi questo Amore è sinonimo di vita e di respiro.

Qualcosa di straordinario e miracoloso ma allo stesso tempo semplice, puro, essenziale.

I nostri tatuaggi sono due ma solo in apparenza perché è una sola la pelle su cui sono impressi.

Perché NOI siamo come UNO.

 

Noi, la nostra prima vacanza, un cuore, il gesto più bello  per una coppia innamorata: un bacio

E sullo sfondo un mare… di ricordi indelebili solo nostri.

 

Non poteva che contenere questo il nostro tatuaggio d’Amore. Un ritratto di noi due.

Perché così

Senza troppe parole,

Senza tante definizioni,

Senza complicarci la vita…

Così siamo e così costruiamo i nostri giorni insieme.

Mano nella mano

Io per te

Tu per me

Semplicemente Amandoci.

 

 

Luigi e Francesca –  Semplicemente AMORE

Alfonso e Tommaso: #pizzaiolodentro

Non sono bravo ad usare le parole ma sono come te.

Guardami.

Ti ho incontrato in una delle mie folli giornate e hai cambiato per sempre la mia vita.

Non sei mai stato un amico.

Hai solo saputo essere un fratello.

Nulla di meno.

Un legame fatto di acqua, farina, sale e lievito…

…gli ingredienti delle nostre vite, delle nostre mani, dei nostri cuori.

E’ pura follia

ma una sana magia.

Sai dirmi in due parole chi sei?

#PizzaioloDentro

E io come te.

Alfonso e Tommaso: #pizzaiolodentro