Deborah e Federico – La vita e gli scacchi

‌Perché due persone si incontrano?
La vita muove le pedine in un gioco ad incastro che unisce le anime e le inonda di amore.
Questa è la nostra storia, delle nostre anime che si sono scelte,
che si completano come pezzi di un puzzle, anzi di una scacchiera e che curano a vicenda la propria interiorità.
È la storia del nostro amore diverso, intenso fra un Re, il mio Federico, e una Regina, Deborah,
protagonisti di un amore reale, fatto di sacrifici, paure, compromessi e tanto coraggio per superare principalmente noi stessi.
Un andare oltre i muri, un andare oltre gli ostacoli contando sulla forza dell’amore.
Un amore che dissolve i limiti autoimposti, supera i confini di ciascuno di noi e si fonde con l’Altro, generando la Vita.
I nostri tatuaggi letti insieme, rappresentano i due pezzi del Re e della Regina
che generano il proprio piccolo principe.
I contorni delle linee sono sfumati a ricordare che Riccardo è il frutto della dissolvenza di due anime,
il fulcro di una famiglia intesa quale vero nucleo di amore. Riccardo,
un trade union fra i nostri caratteri che si cercano, si rincorrono senza mai separarsi,
aperti alla vita e ad accogliere ciò che essa ha in serbo per noi….
come il quarto pezzo della scacchiera, la dolce dama Amaranta
Deborah e Federico – La vita e gli scacchi

Luana – Pantera Nera

“Non voglio più che i miei occhi densi di bistro siano la maschera con cui allontano la vita come se
questa fosse un triste teatrino delle marionette e io una grottesca replicante”.
È questo che pensavo mentre il tatuatore disegnava sulla mia schiena una pantera nera: quell’animale era quello che mi
sarebbe piaciuto essere.
Io, adolescente così timida, sentivo sempre di arrancare con la mia andatura
sbilenca al passo delle mie coetanee così fiere e disinvolte.
Mi sarebbe piaciuto essere quella pantera
che sentivo muoversi dentro di me ma che non riusciva a guadagnarsi una presenza volumetrica nello
spazio e nel tempo.
E, così, quella ragazzina timida la camuffavo sotto il trucco, la oscuravo quasi a volerle negare la sua unicità.
Non le riconoscevo il rossore del viso, il tumulto del suo mondo interiore che moriva sulle labbra, i suoi lunghi silenzi imbronciati.
Le negavo la bellezza della sua diversità. Un giorno quella giovane donna mi ha chiesto di essere vista e, mentre lavavo via lo strato di nero che
copriva i suoi occhi, l’ho guardata e le ho chiesto scusa per averla allontanata da me.
Intanto il mio tatuaggio sfumava, lentamente, verso il grigio e pensai che, se esiste un’anima con i suoi mutamenti, allora questa è impressa sulla mia carne.
Oggi mi guardo e penso che mi piace quel disegno dai colori in dissolvenza: mi ricorda che quella ragazzina frastornata è ancora dentro di me.
Lei mi sorride per la donna che sono diventata e io le sussurro, con tenerezza, che le voglio bene.
Ci prendiamo per mano e camminiamo, a fianco, verso tutto quello che faremo insieme.

Testo: Stefania Villani 
Foto: Anna Pianura & Gerardo Albano

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Luana – Pantera Nera