Alessandra – Legittima Stranezza

“Se osservo i miei tattoo penso ai momenti di sofferenza che ho vissuto nel corso della mia vita.

Questi tatuaggi sono nervi scoperti del mio passato dai colori più diversi.

Sono pezzetti intimi che parlano al posto mio, a causa della mia poca dimestichezza con le parole. La malattia della persona più importante che ho, mi ha profondamente scossa.

Per lungo tempo camminavo con una macchia nera sul cuore che non andava via. Dovevo ricoprirla di colore. E così feci.

Mi incisi sulla pelle la sofferenza allo stato puro dell’artista messicana Frida Kahlo in due momenti diversi: prima e dopo il momento di dolore.

Questo tattoo mi ricorda che nonostante tutte le insidie e le sofferenze subite, in fin dei conti, i periodi brutti sono volati via. A volte, nuda, mi osservo allo specchio perdendomi tra le sfumature dei miei tattoo e penso.

Molte volte nel dolore si trovano i piaceri più profondi, le verità più complesse, le felicità più vere. Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per questo mondo, che l’unica cosa che mi rasserena è la consapevolezza di essere stata autentica, di essere la persona più somigliante a me stessa che avrei potuto immaginare.

Vestita da un abito su misura di legittima stranezza”.

Alessandra – Legittima Stranezza

Marco – Porte del cuore

“Mia figlia rappresenta ciò che di più importante esista nella mia vita.
La vedo crescere ogni giorno.
Sembrava ieri quando gattonava in salotto, pronunciando a fatica le sue prime parole.
Mi piacerebbe non rappresentare per lei solo il classico papà “noioso”, trattato con distacco dalla propria figlia nel rispetto della tipica gerarchia che caratterizza questo tipo di rapporto.
Forse sarà anche in qualche modo inevitabile che ciò in parte accada – anche per gli errori da cui non sono certo immune – ma spero che non sarà solo questo.
Vorrei semplicemente che lei sappia che mi troverà sempre al suo fianco quando lo vorrà.
Vorrei accompagnare mia figlia in questo strano, fantastico e complesso viaggio che è la vita, portandola in giro sulle spalle ed aprirle le porte del mondo dal quale sgorgheranno sogni color arcobaleno e dove, inesorabilmente, si dovrà confrontare con le proprie paure, i propri limiti, con il bianco e nero delle delusioni.
Mi addentro con lei in questo labirinto dove potrà incontrare tante persone , ognuna portatrice di un colore; diverse per status sociale, idee e modo di approcciare al mondo.
Resterò prima al suo fianco, poi dietro, osservandola da lontano mentre con le sue piccole-grandi esperienze affronterà il mondo da sola.
Magari la guarderò mentre stringe la mano di un altro uomo – o di una donna, chissà – compagno/a di vita e di viaggio, portando sulle spalle e nel cuore il bagaglio costruito anche insieme a quel suo strano papà tatuato.
Un piccolo bagaglio d’amore costruito insieme a suo padre, che la aiuterà a tenersi in piedi quando la vita cercherà di metterla al tappeto”.

Marco – Porte del cuore