Enzo – Il sole arrabbiato

Mi sentivo come il sole
Quattordici anni e la voglia di sollevare il mondo,
di illuminare la vita.
Invincibile, irriverente, pieno di energia e buonumore.
A quell’età la luce che cerchi elude un’ombra importante, quella del padre.
La rigidità, gli schemi, le regole fisse sono tutti ostacoli da saltare per raggiungere l’indipendenza.
È una lotta che dura non da una vita ma da generazioni.

Cambiano i tempi ma questi ruoli restano e forgiano i nostri caratteri, stabiliscono i nostri destini.

Tutti quelli che frequentavo erano illuminati dal mio carattere, dal mio carisma, dalla voglia di vivere la vita al meglio senza sprecarne un solo istante.

Quella notte fu una questione di principio tornare tardi,
era la vittoria della mia indipendenza sforare gli orari, rompere le prescrizioni.
Me lo ricordo come fosse ieri.
Il suo sguardo un po’ deluso e tanto arrabbiato.
Anche i suoi occhi erano come luce solare, incandescente, nonostante tutto difficile da sostenere.

Solo ora, da grande, da padre, comprendo a pieno quel dovere di essere così, parte di una lotta senza vincitori né vinti,
una lotta obbligatoria non per le regole non per la libertà
ma per la formazione di un carattere e di una personalità.

Avevo quattordici anni e mi tatuai addosso un SOLE,
un sole arrabbiato, un sole col broncio.

In quel simbolo c’era mio padre,  la sua rabbia il suo risentimento.

Oggi il mio sole imbronciato è simbolo di vita, di saggezza, di sacrificio.

Uno sprone ad essere un uomo e un padre migliore.

ENZO

Enzo – Il sole arrabbiato