Rosaria – Luna Park

Salgo quanto più in alto è possibile e poi mi lancio nel vuoto. Salgo fino a su e guardo tutti dall’alto.
Li vedo al sicuro nelle loro vite mentre si gustano lo zucchero filato o la mela candita,  e poi mi lancio a tutta velocità tra le nuvole, con i capelli sciolti e il vento che mi accarezza il viso.
Nelle montagne russe si può leggere la parola inglese giddy, vertiginoso.
Mi nutro di queste sensazioni, perché a me piace stare così, restare ferma quasi al limite di una vertigine.
È la paura che muove ogni azione. Nient’altro.
È la paura che spinge ogni cosa.
Scesa dalle montagne russe, salgo sulla ruota panoramica mentre il giostraio invita i bambini a salire.
I giorni trascorrono in questo modo strano.
A volte sei in alto, ti senti invincibile a due passi dal cielo, altre volte sei giù senza riuscire a godere della bellezza del panorama.
La cosa che mi consola è che su ogni avvenimento o persona nel quale mi imbatto, ne ho una visione completa.
Vedo le cose in prospettive diverse in modo da apprezzarne tutte le sfumature, dall’alto così come dal basso.

Vivo in un luna-park. Tra luci al neon ed umani giostrai.

 

 


 

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