Angela – Nessuno


“Il lavoro mi ha divorato dall’interno per lungo tempo. Si è preso prima la mia mente e poi il mio cuore.

Per anni ho dedicato la mia vita solo al lavoro, nell’inutile attesa di un weekend che tardava ad arrivare.

Ero spremuta dal datore come un’arancia rossa fino all’ultima goccia. Terminata la jurnata, non ne restava niente. Solo bucce secche e semi. Troppo debole per fare altro. Troppo affaticata per trascorrere tempo con i miei. Troppo stanca per vivere.

In cambio di cosa? Un bonifico alla fine del mese che mi facesse sentire una persona migliore. Una donna sicura ed indipendente. Lavorare inoltre, mi distraeva dalle mie insicurezze, mi teneva lontano da quello che pensavo di me stessa, del mio aspetto fisico, del mio essere inadeguata. Purtroppo però non risolveva il problema, lo nascondeva come candida neve può coprire una montagna di merda.

Ero nessuno.

Quando il sole è stato alto in cielo, ho visto per la prima volta quello che stavo facendo.

Due occhi non bastavano. Avevo bisogno di un terzo, più grande, sempre aperto. Gli occhi per lungo tempo chiusi, ora brillavano di vita propria.

A fatica ho reciso il cappio al collo che mi ero abilmente legata. Ho abbandonato il lavoro che mi aveva sfrattato dalla mia vita. Per vedere cosa c’è sotto al proprio naso, occorre tempo ed un grande sforzo.”

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