Fabiana – 15.20

“Ridevo a piedi scalzi, con indosso una tutina a strisce che aveva una toppa di un elefantino,
mentre i tuoi occhi sembrano avvolgermi in un vortice di affetto.
Mamma, io rido mentre resto immersa in questo composto strano che è l’amore.
Rido come riflesso inconsapevole, di una gioia infinita.
Nel buio dei giorni a venire, mi faccio luce con la tua stella, la più luminosa sulla mia pelle,
quella che insieme al resto della costellazione familiare mi orienta in questo profondo disordine quotidiano.
Ogni giorno alle 15.20 mi capita di guardare l’orologio e sentirmi per un attimo trafitta nuovamente da una lama, ugualmente fredda come quell’ uggioso pomeriggio di qualche anno fa.
Nel momento in cui il materiale si è trasformato in immateriale, in ogni dove, mi tocco la testa ricordandomi che in fin dei conti continui ad orientare le mie azioni come quando da piccola mi accarezzavi il capo per farmi mangiare l’ultimo boccone.
Oggi questi bocconi li cucino e li preparo tra gli afosi fornelli di una cucina,
ricordandomi sempre che certi vuoti non li posso più riempire,
al massimo posso far finta di non vederli”.

4 thoughts on “Fabiana – 15.20

  1. Cara Fabi! Io vorrei dirti soltanto che alle 15.20 da oggi en poi ti manderò un bacio per dirti : Ti voglio bene” isa

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